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La XXI edizione de "Il Maggio Filosofico" è dedicata quest'anno all'analisi delle profonde mutazioni geopolitiche in atto a livello globale.

La prima serata, giovedì 7 maggio, sarà dedicata al nuovo terrorismo del "califfato islamico", con l'intervento della prof.ssa Marcella Emiliani, docente di Storia ed Istituzioni del Medio Oriente presso la facoltà di Scienze Politiche di Forlì.

Nella seconda serata, giovedì 14 maggio, l'analisi si sposta sul continente americano, di cui si è tornato a parlare dopo lo scongelamento dei rapporti tra USA e Cuba. In realtà, le prospettive del sub-continente americano sembrano risentire di più di altri fattori politici ed economici internazionali. Ospite della serata sarà Giorgio Tinelli, docente di Relazioni Internazionali UE-America Latina presso la sede di Buenos Aires dell'Università di Bologna.

Nella terza serata, giovedì 21 maggio, si affronterà l'ipotesi di un nuovo accordo commerciale tra USA e istituzioni europee - il TTIP - che minaccia i diritti dei lavoratori e quelli dei consumatori. Ne parleremo con Paolo Figini, docente di Politica Economica presso l'Università di Bologna.

Nell'ultima serata, giovedì 28 maggio, una tavola rotonda si occuperà della Russia, dei suoi problemi con l'Europa e del suo rinnovato rapporto commerciale con la Cina. Interverranno Aldo Giannuli, docente di Storia contemporanea presso l'Università di Milano, Massimiliano Marzo, docente di Economia e Finanza presso l'Università di Bologna, e Giorgio Gattei, già docente di Storia del pensiero economico a Bologna.

Le serate si concluderanno con il consueto buffet.

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Dall'inizio della crisi finanziaria mondiale indotta dal crack di Lehmann Brothers e dallo scoppio della bolla dei mutui “sub-prime”, tutti i paesi europei sono stati sottoposti a pesanti dosi di austerità. Aumento delle tasse indirette, privatizzazioni, tagli ai salari ed alla spesa sociale, e precarizzazione del lavoro sono gli ingredienti di questa famigerata ricetta che ha impoverito quasi tutti i paesi europei, specie quelli mediterranei.

La Grecia, in particolare, a sette anni dall'inizio della crisi ha perso oltre un quarto del suo PIL, ha triplicato la disoccupazione (dall'8,4% al 27,5%) e ha ridotto in miseria una parte importante della sua popolazione. Il suo debito pubblico è salito dal 109% al 175% del PIL, ed i suoi principali creditori sono oggi le cosiddette “istituzioni”, cioè la "Troika" di ieri (FMI, BCE ed eurogruppo, oltre a banche nazionali e straniere).

Ma dopo la vittoria di Syriza in gennaio qualcosa sta cambiando. Le privatizzazioni sono state bloccate, è stata riaperta la televisione pubblica, sono stati cancellati i tagli alle pensioni ed è stato aumentato il salario minimo. Per rendere possibili queste ed altre misure, il governo di Alexis Tsipras ha chiesto un allentamento dei vincoli europei ai conti pubblici e più tempo, ma le “istituzioni” internazionali sembrano voler fare ben poche concessioni.

Riuscirà la piccola Grecia a scardinare l'ortodossia liberista europea? Ne parleremo in un incontro pubblico che si terrà

 VENERDI' 10 APRILE, ALLE ORE 18

presso la sala Walter Benjamin, in via del Pratello, 53.

 con:

Pier Giorgio Ardeni, docente di Economia Politica all'Università di Bologna, e

Toni Iero, dell'ufficio studi di un noto gruppo finanziario

Coordinerà l'incontro Giorgio Gattei, già docente di Storia del pensiero economico presso l'Università di Bologna. L'incontro sarà preceduto da un aperitivo.

Scarica la locandina qui

 

Riceviamo e pubblichiamo volentieri le slide dell'intervento di Paolo Pini dello scorso 18 novembre a Rastignano, dal titolo "Europa, deflazione salariale e art.18. Cosa c'è dietro lo scambio tra flessibilità e riforme".

L'intervento entra nel dettaglio dei provvedimenti governativi in corso di approvazione sul mercato del lavoro, e dimostra con dati quantitativi come i teoremi "più flessibilità = più produttività" e "più flessibilità = più occupazione" siano oggettivamente falsi.

Scarica qui le slide