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Cinema

20.03.08
Storie di cinema italiano al Festival del Cinema di Berlino
di FABRIZIO SIMONCINI

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Da un po’ di tempo a questa parte al festival di Berlino gli italiani che vengono premiati non sono film o attori in concorso ma personalità che hanno fatto la storia del cinema italiano (vedi quest’anno il premio alla carriera a Francesco Rosi) o il premio speciale dato l’anno scorso a Gianni Minà per i suoi documentari su Fidel Castro e Che Guevara.

Questo deve far riflettere sui motivi che fanno sì che il cinema italiano possa dichiararsi ufficialmente in crisi. Da tempo quando si va al cinema si resta delusi dalla tipologia dei lungometraggi che il nostro “belpaese” propone. Personaggi stereotipati e situazioni trite conditi in salsa di commedia drammatica.

Però quest’anno a Berlino, e propriamente in concorso, era presente un film che personalmente mi è piaciuto: “Caos Calmo” per la regia di Antonello Grimaldi e la sceneggiatura di Nanni Moretti. Moretti che interpreta anche il personaggio principale, certo Pietro Paladini, il quale dopo l’improvvisa morte della moglie si trova a dover accudire la figlia cercando di fare in modo che l’assenza della madre non determini in lei il trauma irreversibile dell’abbandono.

Quindi quando si presenta il primo giorno di scuola accompagna la figlia e come folgorato decide di restare tutta la mattina ad attendere la fine delle lezioni. E così decide per tutti i giorni seguenti. Finché scopre che attorno a quel giardino si muove tutto un mondo inaspettato e profondamente umano fatto di sguardi, complicità, giochi e forse amore.

La famigerata scena di sesso, tanto criticata dalle gerarchie ecclesiastiche, in realtà seppure un po’ stravagante per il fatto di vedere Moretti in una veste poco nota, non è del tutto fuori luogo anche se eccessivamente lunga. Lo stesso regista in conferenza stampa ha voluto sottolineare come in fase di montaggio non sia stata aggiunta una colonna sonora proprio per rendere la scena priva di qualsiasi effetto romantico ma un mero incontro di corpi affamati.

All’immancabile domanda sulla situazione politica italiana Moretti ha prima glissato poi, in preda al demone del polemos, ha richiesto la parola esprimendosi in modo lapidario: “mi rivolgo ai giornalisti stranieri e dico che per la quinta volta in dodici anni si presenta alle elezioni un certo Silvio Berlusconi che detiene 3 televisioni su 6”.

La Berlinale ha dedicato a Francesco Rosi una retrospettiva completa dei suoi film conferendogli l’Orso d’oro alla carriera. Film quelli del regista napoletano che hanno segnato uno dei momenti cinematografici e politici più alti della filmografia italiana degli anni ’60 e ‘70. In particolare segnalo il film “Uomini contro” che rappresenta la denuncia più efficace e drammatica della inutile carneficina che si consumò nella prima guerra mondiale. L’inettitudine e la volgare violenza dei generali italiani viene alla luce in modo crudo tanto da ispirare nello spettatore l’odio e la condanna di quella classe politica e militare che tanto assomiglierà a quella che gestì le tragiche vicende belliche in epoca fascista. E poi altri capolavori come “Salvatore Giuliano”, “Le mani sulla città” e il film documentario su “Il caso Mattei”.

Pellicole che consiglio vivamente a tutti di vedere o rivedere perché emblematiche per capire la storia d’Italia ma sorprendentemente l’Italia attuale. In alcuni di questi film ritroviamo nel cast un superlativo Gian Maria Volontè che ogni volta sbalordisce per la sua infinita bravura, un attore troppo presto dimenticato ma di caratura mondiale. Infine segnalo un documentario che ha fatto sorridere amaramente il pubblico della berlinale "Improvvisamente l'inverno scorso" di Gustav Hofer e Luca Ragazzi, i quali raccontano la loro storia di coppia gay in una nazione, l’Italia, che non riesce ancora ad approvare una legge sulle unioni civili. E’ disarmante assistere allo stupore, misto a un senso di compatimento, che ancora sappiamo suscitare negli Europei di quei paesi che già da tempo hanno realizzato un nucleo di norme e comportamenti più vicini alle libertà civili e democratiche che un’autentica concezione laica e illuministica della società esigerebbe come naturale.


 

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2007 La Fornace